La storia dell'ippica italiana - 3

02/03/2011

L’ippica dei giorni nostri è descritta dalla cronaca quotidiana, fatta di calendari di corse, di risultati, di dibattiti sulle prospettive del settore e gli interventi per il suo rilancio. In quest’ultima prospettiva, è quanto mai opportuno guardare alla storia dell’ippica del nostro Paese: non per celebrare il passato (ricchissimo, comunque, di successi sportivi, di eccellenze nell’allevamento, etc.), ma per valorizzare un patrimonio economico e culturale che viene da lontano, dall’alto potenziale, tutt’ora in grado di esprimere valore (e valori).

In questo terzo appuntamento, andremo a coprire il periodo che va dall'immediato dopoguerra alla fine del secolo.


L’IPPICA ITALIANA TRA IL 1945 E LA FINE DEL SECOLO

locandina del 1957 per le corse disputate nell’ippodromo di Mirafiori a Torino

Al termine della guerra, l’Italia “si rimise al lavoro” e anche l’ippica fece la sua parte. Alcuni impianti, come l’ippodromo di Bologna e Firenze, danneggiati dalle vicende belliche, riaprirono i battenti ed emersero nuovi campioni. Il purosangue Gladiolo, ad esempio, vinse il Gran Premio di Milano nel 1945; nel 1946 si affermò Mistero, trottatore della scuderia Orsi Mangelli allenato da Ugo Bottoni e Romolo Ossani, vincendo il Prix d’Amerique a Parigi e diventando un eccezionale riproduttore.

Nell’immediato dopoguerra, Guido Berardelli, grande esperto di ippica, proprietario, allevatore e allenatore dei propri cavalli, venne nominato commissario dell’UNIRE (20 giugno 1946 al 6 giugno 1948); successivamente Berardelli ricoprì poi l’incarico di vicepresidente dell’Ente dal 1948 al 1951 e dal 1957 al 1960, e di presidente nel 1971 e nel 1976.

Nel 1946 una iniziativa del Ministro delle Finanze Scoccimarro ridusse dal 43 al 15% la quota di prelievo dello Stato su tutti i tipi di scommesse, interessamento, questo, salutare per un’ippica che necessitava di rilancio e di investimenti. In quel periodo l’UNIRE si trovò al centro di nuove polemiche: allevatori e proprietari chiedevano infatti lo sviluppo di un’ippica moderna e tecnicamente preparata, la revisione dello Statuto dell’Ente, con la riaffermazione dell’obiettivo principale, l’incremento delle razze equine, attraverso la selezione tramite le corse. Nel 1947 fu quindi modificato l’articolo 3 dello Statuto il quale sostituì nel Consiglio Direttivo dell’Ente i precedenti rappresentanti degli agricoltori, dei lavoratori dell’agricoltura e dello spettacolo con un rappresentante della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, al fine di tutelare gli interessi dei lavoratori dell’ippica.

Il 1947 fu anche l’anno di Tenerani, grande purosangue della scuderia di Federico Tesio, da cui discese il mitico Ribot. Nel 1948 il montepremi erogato dall’UNIRE ammontò a oltre 746 milioni di lire e nel medesimo anno fu introdotto il concorso Totip, gestito dalla Società Italiana Sport a Responsabilità Limitata, più nota come SISAL, con un regolamento molto simile al Totocalcio. Ideato dalla stessa SISAL, e poi passato al CONI, il Totip prevedeva 12 risultati e nonostante richiedesse una certa competenza nel settore ippico, ebbe un largo seguito tra gli scommettitori e il grande pubblico.

Nel 1950 gli ippodromi in attività erano 41: 17 al nord, 13 al centro, 11 al sud e alle prestigiose corse della tradizione italiana (Derby Reale poi divenuto Derby Italiano, Gran Premio di Milano, Gran Premio d’Italia) si aggiunsero il Gran Premio del Jockey Club e il Gran Premio Presidente della Repubblica.

Tenerani

Nel 1951 Nuccio, cavallo purosangue acquistato da Guido Berardelli e poi passato nelle scuderie dell’Aga Khan, vinse il Gran Premio d’Italia e l’Arc de Triomphe di Parigi nel 1952; Toulouse-Lautrec, altro campione di Tesio, si impose nel 1953 nel Gran Premio di Milano; Alberigo della Razza del Soldo trionfò nello stesso anno nel Gran Premio Parioli e Premio Presidente della Repubblica. Nel 1952 nacque da Tenerani e Romanella, ancora una volta nella scuderia Dormello-Olgiata di Federico Tesio, Ribot, il quale, dopo aver esordito nel 1954, nel 1955, montato da Enrico Camici, arrivò al primo posto dell’Arc de Triomphe e nel 1956, ripeté l’impresa, aggiungendo anche le King Georg VI and Queen Elisabeth Stakes ad Ascot. Le imprese di Ribot galvanizzarono l’Italia, grazie anche all’avvento della televisione, e il suo nome divenne noto anche ai non esperti di ippica.

Non mancarono, comunque, anche grandi trottatori: nel 1950 Ticino e Altissimo disputarono le principali corse; Tornese, nato nel 1952 nell’Allevamento del Portichetto, vinse il Gran Premio delle Nazioni sia nel 1956, driver Mario Santi, che nel 1959, guidato questa volta da Sergio Brighenti. Tornese ebbe una lunga carriera di vittorie che si concluse dieci anni dopo, nel 1962.

Negli anni Cinquanta, grazie alla “Legge Orsi Mangelli” l’UNIRE poté contare su buone entrate finanziarie ma con la legge 13 marzo 1958, l’art. 3 della suddetta legge fu modificato, assegnando una quota non più residuale dei proventi all’allevamento, sotto forma di provvidenze.

Gli anni Sessanta arrivarono con una grande novità: Roma avrebbe ospitato la XVIIesima edizione dei Giochi Olimpici. E anche in questa occasione l’Italia si dimostrò all’altezza della situazione con la medaglia d’oro nel salto ad ostacoli ad opera di Raimondo D’Inzeo in sella a Posillipo, mentre la medaglia d’argento spettò a Piero D’Inzeo montando The Rock. Un evento storico ma non l’unico nella storia dell’equitazione italiana.

Nel 1960 Crevalcore, guidato da William Casoli, vinse l’International Trot di New York; Molvedo¸ figlio di Ribot e Maggiolina¸ si impose invece in Francia, rinnovando le imprese del padre.

Il “Bollettino Statistico UNIRE” del 1960 ci informa che in quell’anno erano attivi 30 ippodromi, il calendario ippico includeva 708 giornate di corse al trotto, 350 in piano, 28 in ostacoli, 11 nel mezzosangue, per un totale di 5.707 corse di trotto, 2.247 di galoppo piano, 529 al galoppo ostacoli, 55 di mezzosangue. I cavalli partenti al trotto furono 45.773, 14.105 in piano, 3.224 ostacoli e 279 mezzosangue. Il totale del movimento scommesse, che a quei tempi includeva solo scommesse a Totalizzatore, Allibratori, Totalizzatore Interurbano Unire, Concorso Totip e Scommessa Tris, fu pari a 41.953.350.200 lire (circa 21.666.916 euro). I premi a traguardo erogati ammontavano complessivamente a 3.554.369.215 lire (circa 1.894.836 euro). Per quanto riguarda il pubblico, il ”Bollettino” fornisce un totale di 1.557.924 spettatori paganti.

Mistero

Il 1966 fu l’anno in cui Piero Golisano divenne il Direttore generale dell’UNIRE. Dotato di grandi capacità dirigenziali, Golisano ebbe modo di collaborare con i grandi nomi dell’ippica italiana, come Mario Argenton, Orsino Orso Mangelli, Carlo D’Alessio, Guido Berardelli, Carlo Aloisi, Mario Incisa, Paolo Mezzanotte, Ivone Grassetto.

Se i settori trotto e galoppo italiani erano di livello internazionale, non così poteva dirsi del settore ostacoli, il quale si presentava con minore capacità allevatoriale, non in grado di imporsi nelle competizioni di alto livello. Cogne, montato da Alessandro Mattei, fu un’eccezione in quegli anni, vincendo nel 1967 e nel 1969 il Gran Premio di Merano.

Finito il boom economico degli anni Sessanta, anche per l’ippica ci fu un nuovo “assestamento”. Crisi economica, rivendicazioni dei lavoratori, vendita a terzi di scuderie prestigiose, come la Dormello-Olgiata di Federico Tesio, influenzarono anche il mondo dell’ippica e dell’UNIRE; quest’ultima, con Decreto del Presidente della Repubblica n. 595/1971, ebbe una nuova modifica del proprio Statuto, con l’estensione delle sue influenze e delle sue attività.

Quanto ai protagonisti delle corse, gli anni Settanta furono scanditi da grandi campioni: si affermarono, nel galoppo, Weimar (il quale nel 1971 vinse numerose corse), Tierceron, Cerreto (vincitore del Derby nel 1973), Veio, Garvin, Mannsfeld (vittorioso nel 1974 nel Premio Presidente della Repubblica oltre che nel Premio Parioli, Piazzale, Prix Eugène Adam). E poi ancora nel 1975 Grundy, vincitore delle King George, Bolkonski, montato da Gianfranco Dettori, Wollow, di proprietà dell’avvocato Carlo D’Alessio, trionfatore nelle 2000 Ghinee, Orange Bay vittorioso nelle Jockey Club Stakes e nelle Hardwicke Stakes di Ascot. Negli anni successivi si imposero Red Arrow, Sirlad, Elgay.

Anche nel trotto non mancarono grandi nomi: Une de Mai, trionfatrice in tre Gran Premio della Lotteria di Agnano (nel 1969, 1970 e 1971), Freddy che si impose nel Derby di Tor di Valle, Top Hanover con il Gran Premio delle Nazioni del 1972, Timothy T, guidato da Giancarlo Baldi, vincitore di numerosi premi nazionali ed internazionali, Wayne Eden, Delfo vincitore dell’International Trot del 1977, solo per citare alcuni nomi e alcuni trionfi.

Il 4 marzo 1982, circa dieci anni dopo l’ultima modifica, l’UNIRE adottò un nuovo Statuto, secondo quanto disposto dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 985 dell’11 dicembre 1981, e Raffaello Picchi diventò il nuovo presidente dell’Ente. La promozione dell’allevamento continuò a dare importanti frutti: al trotto nel 1982 trionfò Our Dream of Mite guidato da Edoardo Gubellini nel Gran Premio Lotteria di Agnano; Ercole Ac vinse il Derby nel 1985 mentre Lancaster Om arrivò al primo posto nel Derby del 1989; Indro Park, grande campione, figlio di Sharif di Iesolo, trionfatore in numerose corse del 1987, 1988, 1989, tra cui il Gran Criterium, Gran Premio Allevatori, Eldwood Medium, Gran Premio Nazionale, Derby, Gran Premio d’Europa; nel galoppo Guidsun si affermò al Gran Premio di Merano nel 1982 (ma sarà poi squalificato) e nel 1983, Tolomeo ad Arlington Park nel 1983, Don Orazio nel Derby del 1985, Tisserand nel Derby delle Capannelle nel 1988, Tony Bin si impose in numerosi premi e a Parigi nell’Arc de Triomphe del 1988 e Carrol House ne seguì l’esempio nel 1989.

Con la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta comincia un periodo di rilevanti trasformazioni per l’UNIRE. E questa è storia recente.

Il 3 maggio 1989 entra in vigore il nuovo Statuto dell’ente con Decreto del Presidente della Repubblica. L’onorevole Giuseppe Zurlo diventa prima commissario nel 1989 dell’ente e poi presidente nel 1990. Piero Golisano, direttore generale dell’UNIRE, dopo 40 anni trascorsi all’UNIRE, va in pensione il 1° dicembre del 1990.

Tornese guidato da Brighenti

Ancora una volta, i dati dell’ ”Annuario Statistico” riferiti al 1990 ci aiutano a capire la realtà dell’ippica di quel periodo: 36 ippodromi in attività, 1.279 giornate di corse al trotto, 610 al galoppo, per un totale di 1.889 giornate. Le corse si distribuiscono in 10.233 al trotto e 4.639 al galoppo, a cui partecipano come partenti 96.681 cavalli trottatori e 35.349 cavalli per il galoppo. A partire proprio dal 1990, gli spettatori cominciano a diminuire: se nel 1986, il pubblico superava le 3.309.000 unità, nel 1990 scende a poco più di 2.670.000 unità. I premi sono invece in aumento e ammontano a 213.544.112.000 lire (110.286.330 euro) euro a fronte di un volume di gioco di 3.065.247.913.000, Concorso Totip incluso (circa 1.417.100.364 euro), che si colloca al terzo posto nel mercato dei giochi dopo Totocalcio e Lotto, e che fornisce adeguati prelievi lordi di spettanza dell’UNIRE.

Il gioco sui cavalli di quel periodo comprendeva le scommesse al Libro e al Totalizzatore negli ippodromi, il Totalizzatore Interurbano Unire, la scommessa Tris nelle Agenzie Ippiche e il Concorso Totip.

Tra i campioni di quegli anni ricordiamo White Muzzle, purosangue che vince il Derby nel 1993, Meadow Prophet che trionfa nel Premio Turilli nel 1994, Crowning Classic che arriva primo al Gran Premio Lotteria, al Campionato Europeo e al Premio delle Nazioni nel 1996 e Or Jack al Premio Merano. Ancora nel 1996 il fantino Lanfranco Dettori riesce in una impresa epica: vince sette volte montando su sette cavalli diversi in altrettante gare ad Ascot.

Si arriva così al 1996, quando la Legge 23 dicembre 1996 n. 662 riguardante le “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica” attua una vera e propria rivoluzione. L’art. 3 dispone, infatti, che l’organizzazione e la gestione dei giochi e delle scommesse relativi alle corse dei cavalli sono riservate ai ministeri delle Finanze e delle risorse agricole, alimentari e forestali, garantendo all’UNIRE una quota dei proventi netti ai fini dell’espletamento dei compiti istituzionali ed il finanziamento delle corse e provvidenze per l’allevamento. Lo stesso articolo ridefiniva anche l’imposta sugli spettacoli per le corse Trio e Tris. Il successivo Decreto del Ministero delle Finanze del 31 dicembre 1996 stabilisce le nuove quote di prelievo lordo a favore dell’UNIRE. SOGEI, società del Ministero delle Finanze, ottiene l’incarico di gestire il Totalizzatore Ippico mentre le sole scommesse al Libro rimangono in gestione all’UNIRE.

Il Decreto Legislativo del 29 ottobre 1999 n. 449 riordina l’UNIRE e stabilisce l’incorporazione degli enti tecnici nella struttura dell’ente a far data dal 1 gennaio 2000.

Sul finire del secolo, nel 1998, un cavallo di nome Varenne vince il Derby del Trotto imponendosi su un grande campione, Viking Kronos. E poi nel 1999 vince a San Siro trionfando su Moni Maker, campionessa mondiale, e ancora a Parigi il Prix Arist Hemard. Sono alcune delle numerose tappe che faranno di Varenne un campione mondiale e forse il più forte trottatore che l’ippica abbia mai conosciuto (3 – segue).

Maria Luisa Felici

Articoli precedenti:

Storia dell'Ippica Italiana - 1

Storia dell'Ippica Italiana - 2



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