La storia dell'ippica italiana - 4

11/03/2011

L’ippica dei giorni nostri è descritta dalla cronaca quotidiana, fatta di calendari di corse, di risultati, di dibattiti sulle prospettive del settore e gli interventi per il suo rilancio. In quest’ultima prospettiva, è quanto mai opportuno guardare alla storia dell’ippica del nostro Paese: non per celebrare il passato (ricchissimo, comunque, di successi sportivi, di eccellenze nell’allevamento, etc.), ma per valorizzare un patrimonio economico e culturale che viene da lontano, dall’alto potenziale, tutt’ora in grado di esprimere valore (e valori).

In questo quarto ed ultimo appuntamento andremo a ripercorrere i fatti salienti che hanno caratterizzato il primo decennio del XXI° secolo.


L’IPPICA ITALIANA NEL PRIMO DECENNIO DEL XXI° SECOLO

Varenne

Il nuovo secolo ippico si apre con la conferma del mito di Varenne nel trotto. Ad aprile del 2000 il trottatore, sempre guidato da Giampaolo Minnucci, vince l’Olympiatravet, percorrendo la pista all’esterno e imponendosi su Général du Pommeau; quindi si afferma, nello stesso anno, nel Gran Premio Lotteria di Agnano; nel 2001 vince il World Cup, il Prix d’Amérique, il Gran Premio Lotteria, l’Elitloppet, il Breeders Crown; nel 2002 vince ancora il Prix d’Amérique, il Gran Premio Lotteria e l’Elitloppet.

Nato nel 1995, Varenne cessa a fine 2002 la sua attività di trottatore, diventando un eccellente riproduttore. E i risultati non sono mancati. Lana Del Rio, sua discendente, è una forte trottatrice che si impone in importanti grandi premi: Emilia, Giovanardi, Città di Napoli, Nazionale, Derby nel 2008, Gran Premio Triossi nel 2009. Lisa America, altra figlia di Varenne, guidata da Andrea Guzzinati, trionfa al Gran Premio d’Europa nel 2009.

Per quanto riguarda l’UNIRE, il ruolo istituzionale dell’Ente conosce, con la “cessione” ad AAMS della gestione diretta delle scommesse secondo quanto stabilito dalla Legge 23 dicembre 1996 n. 662 e l’assegnazione all’Ente di una quota dei proventi netti, una significativa evoluzione. Con Decreto Interministeriale del 2 luglio 2004, il nuovo Statuto dell’UNIRE aggiorna la struttura organizzativa dell’Ente e i nuovi compiti a cui deve fare fronte.

Nel 2000 la raccolta delle scommesse raggiunge i 2.460.819.839 euro (Concorso Totip escluso), tanto da porre l’ippica ancora al terzo posto tra i giochi più apprezzati dal grande pubblico, dopo lotto e superenalotto, e addirittura al secondo posto negli anni dal 2001 al 2003. Nel 2004 e 2005 le scommesse ippiche sono ancora al terzo posto; tale “piazzamento” verrà tuttavia meno negli anni successivi, per effetto di una più agguerrita concorrenza da ascrivere all’ampliamento delle possibilità offerte allo scommettitore (dovute, in particolare, alla diffusione degli apparecchi da intrattenimento e l’introduzione di lotterie istantanee).

L’affermazione di nuovi giochi ha comunque comportato non solo un ridimensionamento del volume della raccolta delle scommesse ippiche, ma anche una lenta e costante erosione di quella degli altri giochi tradizionali, tanto che a fine 2010 su 5.960 milioni di euro giocati, gli apparecchi da intrattenimento detengono il 57,01% del mercato, seguiti al secondo posto, ma a grande distanza in termini di gioco, dalle lotterie, che si attestano al 14,35%.

Lisa America

In termini di raccolta delle scommesse ippiche, il 2010 si chiude con volume di 1.733.016.596 euro, segnando un -12,73% rispetto all’analogo movimento del 2009. Da notare che la flessione delle scommesse ippiche, sia pure in maniera diversa, è riscontrata anche in alcuni paesi europei ed extraeuropei, come diretta conseguenza della congiuntura economica iniziata nel 2009 e che ancora oggi mostra effetti negativi sul prodotto interno lordo e in termini di investimenti.

L’introduzione dell’Ippica Nazionale nel mese di novembre 2005 e la raccolta sulle corse disputate negli ippodromi esteri sono salutate come un buon tentativo per frenare la flessione del gioco. Il concorso Totip, chiuso il 30 giugno 2007 dopo 59 anni di grande seguito tra il pubblico, è sostituito nel 2009 con il concorso V7 , il quale, tuttavia, non riesce a “bissare” la fortuna del Totip. Del resto il Totip è stato, per cinquantanove anni, non solo una scommessa ippica, ma un fenomeno di “costume”. Istituito dalla SISAL il 30 maggio 1948 in una Italia del dopoguerra che sognava vincite milionarie per riscattare la propria povertà, il concorso Totip è stato il primo concorso pronostico abbinato al mondo dei cavalli. Con i classici segni 1X2 gli scommettitori pronosticavano il gruppo di appartenenza del cavallo arrivato primo e secondo su un totale di 6 corse. La popolarità del concorso viene definitivamente celebrata e sancita, negli anni ’80 del secolo scorso, attraverso il suo evento “nazional-popolare” per eccellenza, il Festival di Sanremo.

La diminuzione del gioco e le conseguenti minori entrate per l’Ente hanno reso necessaria una attività di rilancio dei compiti istituzionali dell’Unire, centrata sulla piena valorizzazione delle risorse tecniche, finanziarie e strumentali al fine di promuovere il settore, con specifico riferimento alle sue dimensioni produttive e culturali.

Che il settore ippico sia un settore produttivo, lo dimostrano i numeri delle sue dimensioni strutturali.

Nel 2010 si sono svolte, nei 44 ippodromi italiani in attività (26 ippodromi di trotto e 18 di galoppo) 17.465 corse, cui hanno preso parte 176.822 cavalli. Questi ultimi costituiscono solo una parte del consistente patrimonio ippico nazionale, il quale, per la parte relativa ai cavalli iscritti nei libri genealogici dell’Unire, è stimato, nel 2010, pari ad oltre 212.000 unità.

Se si considerano poi gli operatori della filiera ippica, gli stessi sono prudenzialmente stimati, nel 2010, in oltre 48.000 tra proprietari, allevatori, allenatori, driver e fantini, incaricati dall’Unire addetti al controllo e disciplina delle corse, veterinari, artieri e addetti incaricati dalle società di corse). A questi devono peraltro aggiungersi gli operatori dell’indotto: produttori di mangimi per cavalli, abbigliamento, attrezzature, editoria specializzata, mezzi di trasporto, prodotti sanitari, e altri articoli per gli equini.

Lana Del Rio

Un settore economico, quindi, quello ippico, che produce lavoro e occupazione, continuando a restituire allo Stato in termini economico-finanziari, pur in questa congiuntura oggettivamente difficile, più di quanto riceve. Infatti, se dal 2008, a fronte del forte calo delle entrate da scommesse, il settore ippico ha ottenuto dallo Stato un finanziamento annuale pari a 150 milioni di euro, lo stesso ha restituito sottoforma di introiti per l’erario (96 milioni), all’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato (11,6 milioni di euro), Iva, Irpef e Irpeg, etc., oltre 165 milioni di euro (nell’anno 2010).

Anche per questo, nel luglio 2009, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha emanato le “Linee di indirizzo strategico per il rilancio dell’ippica italiana” in cui sono stati tracciati ambiti prioritari di intervento e obiettivi strategici da perseguire per il sostegno del settore: riduzione del numero delle corse, con l’obiettivo di aumentarne la quantità e la spettacolarità; aumento del pay-out allo scommettitore; investimenti in promozione e comunicazione, con specifico riferimento alla televisione; adozione di un codice etico dell’ippica italiana, etc.

Tali linee guida, in gran parte già attuate dall’Unire, hanno il pregio, tra le altre cose, di essere scaturite da una attività di consultazione di tutti i principali stakeholder del sistema ippico (istituzioni, operatori ippici, società di corse, concessionari, agenzie ippiche, etc.); esse rappresentano, pertanto, la cornice strategica condivisa per la valorizzazione dell’intera filiera ippica, al di là ed oltre alla componente tecnico-sportiva. Ciò, nella consapevolezza che il settore che si rivolge ad un’ampia platea di appassionati, ai quali mette a disposizione non solo corse e scommesse, ma occasioni per esercitare e sviluppare la propria passione, il verde e gli spazi degli ippodromi, grandi parchi pubblici cittadini, etc.

In questa prospettiva si collocano le recenti iniziative varate dall’Ente per la promozione del mondo del cavallo attraverso l’arricchimento del proprio palinsesto televisivo (contributi redazionali, “Serata Live”, “Horse Factor”, il primo talent show legato al mondo equestre, etc.), l’implementazione di un nuovo sito web istituzionale arricchito di informazioni di servizio, contenuti multimediali (i filmati delle corse), la partecipazione a manifestazioni di livello nazionale ed internazionale, come “Fieracavalli” che ha luogo annualmente a Verona, “Roma Cavalli”, Salone Internazionale dell’Equitazione e dell’Ippica e il Concorso Ippico Internazione di Piazza di Siena, entrambe a Roma.

L’azione dell’Unire, in altri termini, è centrata sulla consapevolezza della centralità, quale asset strategico del settore, della passione per i cavalli, in tutte le sue manifestazioni, a far leva sui prodotti dell’allevamento nazionale, i quali continuano a distinguersi anche a livello internazionale..

cima de triomphe

La produzione allevatoriale italiana rimane sempre di qualità elevata, come dimostrano i successi di questa prima decade del 2000. Nel trotto ricordiamo, tra gli altri protagonisti, Uniforz, driver Andrea Guzzinati, il quale vince a Torino il Premio Costa Azzurra 2001 (l’edizione 2007 del Premio vedrà invece trionfare Frisky Bieffe, figlio del grande Indro Park, guidato da Pietro Gubellini); Ghibellino che s’impone nel 2007 al Premio Tino Triossi disputato nell’ippodromo romano di Tor di Valle.

Anche il galoppo nazionale produce negli anni di cui si sta trattando, campioni degni di nota: Electrocutionist che arriva primo al Gran Premio di Milano nel 2005; Giulia Grif che vince nel 2006 il Gran Premio Avv. Carlo Marangoni; nello stesso anno Rattle and Hum si aggiudica il Premio Parioli; Cima de Triomphe si aggiudica nel 2008 il 125esimo Derby nell’ippodromo di Capannelle. In tempi recenti, Jakkalberry è al primo posto, nel giugno 2010, nel Gran Premio di Milano, Blu Constellation trionfa lo scorso novembre in Francia al Criterium de Maisons-Laffitte.

(4 – fine).

Maria Luisa Felici

Articoli precedenti:

Storia dell'Ippica Italiana - 1

Storia dell'Ippica Italiana - 2

Storia dell'Ippica Italiana - 3



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